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Parma: Gentian Alimadhi riceve il Premio Sant’Ilario 2011

Il Comune di Parma ha conferito ieri il Premio Sant’Ilario a 11 cittadini ed enti parmigiani. Tra loro anche Gentian Alimadhi, avvocato e Presidente dell’Associazione Scanderberg.

Premio Sant’Ilario

Per la prima volta, tra i premiati della più nota onorificenza della città ducale c’è anche un cittadino italiano di origine straniera. Si tratta del Premio Sant’Ilario, conferito il 13 gennaio di ogni anno a cittadini, enti o organizzazioni “che abbiano in qualsiasi modo contribuito a rendere migliore la vita dei singoli e della comunità e ad elevare il prestigio della città”. A consegnarlo a Gentian Alimadhi e agli altri premiati del 2011, è stato il Sindaco di Parma Pietro Vignali durante la tradizione cerimonia che ha avuto luogo ieri nella Sala del Consiglio Comunale. Una sala gremita che ha accolto con applausi continui e standing ovation la premiazione dei parmigiani distinti nei loro percorsi individuali e collettivi. Individuale ma altrettanto comune ad altri anche quello di Alimadhi, come si legge nella motivazione dell’attestato di civica benemerenza: “Esempio di integrazione vera e positiva fondata sul lavoro, l’orgoglio delle proprie radici e al rispetto delle regole e delle tradizioni della nostra comunità. Giunto nel nostro paese tra mille difficoltà, con la sua storia personale e professionale, testimonia il contributo di tanti nuovi parmigiani che oggi partecipano alla costruzione del bene comune”.


Non nasconde le sue emozioni Gentian. Ci dice di essere molto onorato del Premio e di “essersi commosso per questo riconoscimento più di quanto lo è stato nella cerimonia della concessione della cittadinanza italiana”. Parole chiare che dimostrano cosa significhi veramente cittadinanza. Un percorso il suo sempre in salita. “Da clandestino ad avvocato degli immigrati”, lo ha definito qualche mese fa la Repubblica di Parma, mettendo in risalto due stigmi contrapposti per dire ai lettori che Gentian è uno che ce l’ha fatto. Ma non solo, nel suo piccolo ha dato il suo contributo alla vita cittadina. Lo dimostra anche questa premiazione. Per l’Assessore alle Poltiche Sociali di Parma, Lorenzo Lasagna, l’assegnazione di questo premio ad un cittadino di origine straniera ha una valenza molto importante perché “si tratta di riconoscere che il cittadino immigrato è una grande risorsa” e “si pone fine ad una lacuna”. Poi, quella di Gentian è “la storia esemplare di molti cittadini immigrati che hanno scelto di vivere e lavorare in Italia, ma anche la dimostrazione che il lavoro, la famiglia, l’orgoglio delle proprie radici e il rispetto delle regole sono una garanzia di integrazione che portano al miglioramento della comunità”. Infatti, lo stesso Gentian si riconosce “nella sua doppia veste di cittadino albanese e parmigiano”: da una parte l’attaccamento alle proprie radici, dall’altro la convinzione che l’integrazione passi attraverso il rispetto delle regole e il contributo per la sua città. Chi non ha seguito ieri la diretta tv o i tg locali, saprà oggi dalla stampa la notizia. Come la prenderanno? Per Gentian, “i cittadini parmigiani sono maturi per poter accogliere i nuovi parmigiani” e approveranno con soddisfazione la sua premiazione. Anche l’Assessore Lasagna è convinto che sarà cosi perché Parma è “una città accogliente e la stragrande maggioranza accoglierà soddisfatta, senza farsi nemmeno troppe domande”. È vero che in qualche modo “può sembrare una stranezza”, ed è sicuramente “quasi un avvenimento”, ma un domani “nessuno ci farà caso”. Oltre a Gentian, anche un altro dei riconoscimenti Sant’Ilario 2011, conferito alla Famiglia Giampellegrini, fa riferimento alla valorizzazione dell’incontro tra culture diverse. Per Lasagna non c’è nulla da stupirsi. I due premi riflettono il contesto attuale perché “Parma è sempre stata una città cosmopolita, accogliente e ricca di cultura, storia e solidarietà, ma lo sarà anche di più se tutti saremo capaci di costruire un vero dialogo nel rispetto delle regole e delle culture e valorizzare la presenza dei nuovi cittadini”.

I premiati dell’edizione 2011

5 le Medaglie d’oro e 6 gli attestati di civica benemerenza conferiti durante la cerimonia. Le medaglie d’oro sono andate a Giancarlo Izzi, Direttore Unità operativa di Pediatra e Oncoematologia dell’Azienda ospedaliera universitaria; alla Mensa padre Lino nel 50° dalla fondazione; al Liceo ginnasio statale Giandomenico Romagnosi nel 150° anniversario; a Francesco Canali, sportivo e affetto da Sla; e a Mauro Del Rio, Presidente e fondatore dell’azienda informatica Buongiorno.it. Invece, le civiche benemerenze a Isa Guastalla, professoressa e autrice di pubblicazione per la scuola superiore; a Tonino Fereoli, voce storica della Corale Verdi; a Famiglia Giampellegrini, impegnata nel sociale e nel mondo interculturale della città; a Gentian Alimadhi, esempio di integrazione dei nuovi cittadini di Parma; a Us Carignano, punto di riferimento di numerose famiglie di diverse frazioni a sud della città; e alla Sezione di Parma Amici del presepio, capaci di mantenere viva la tradizione, la conservazione e lo studio del presepe.

Il Premio

È stato istituto a dicembre del 1986 dalla giunta del sindaco Lauro Grossi, e viene consegnato ogni anno il 13 gennaio, giorno del Patrono di Parma, Sant’Ilario di Poitiers, da cui prende anche il nome. I premiati sono cittadini e enti distinti in vari campi oppure “per atti di coraggio e di abnegazione in nome di valori di umanità e solidarietà”.


Tra i premiati della prima edizione del 1987, c’è anche Pietro Barilla, invece negli anni successivi il premio è stato assegnato anche ad altri parmigiani doc tra cui il regista Bernardo Bertolucci (1991), lo scrittore Alberto Bevilacqua (1992), lo sceneggiatore Enrico Medioli (2006), l’ingegnere Aldo Costa (2007) e a tanti altri attivi nella vita sociale, culturale, politica ed economica della città ducale. Tre le dichiarazioni civiche di benemerenza, conferite con il Premio Sant’Ilario: “la medaglia d’oro della città di Parma”, “l’attestato di civica benemerenza” e per casi eccezionali “il Sigillo della città di Parma”. Le proposte dei candidati possono essere fatti dalle istituzioni comunali e i singoli cittadini ma la scelta spetta alla Giunta d’intesa con i capigruppo consiliari.Una sola volta, nel 1991, è stata assegnata una “menzione speciale” sotto forma di “attestato simbolico di incoraggiamento e solidarietà”, non prevista dal regolamento, alla cittadina italiana di origine somala Ismail Musse Hua, “per aver saputo affrontare da sola, in un paese straniero, con grande abnegazione e coraggio, il mantenimento e l’educazione di cinque figli, superando ostacoli di carattere umano, sociale e religioso al fine di far parte della comunità cittadina”.

Dall’altra parte, a chi legge il regolamento del 1986 ancora in vigore, potrebbe far impressione il linguaggio, testimone indiscusso del contesto di quei anni. In particolare, nell’articolo due si elencano tutti i campi in cui ci si può distinguere per meritarsi il rispettabile Premio cittadino, ma non c’è traccia del “sociale”, del “volontariato”, dell’ “informazione”, anche se tra i premiati ci sono molte associazioni e persone impegnate in questi settori. Certo, sforzandosi, si può leggere tra le righe, ma i tempi sono cambiati ed è ora di modificarlo, aggiungendone oltre alle tre già menzionate anche altre parole chiavi dell’attuale vivere cittadino quali “partecipazione”, “coesione sociale”, “pari opportunità”, “costruzione di valori condivisi”, “convivenza tra culture”, “interculturalità”, “diritti”. È un modo per diffondere una nuova cultura della cittadinanza anche attraverso l’onorificenza più nota della città, trasformata oramai in tradizione.


Ci si augura che i Premi ad Alimadhi e alla Famiglia Giampellegrini siano solo il primo passo in questa direzione.

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